Quando si studia il risarcimento e i danni, sui libri di scuola, non manca l’esempio del violoncellista che, a seguito di un incidente, perde l’uso di un dito: se la cosa è grave per chiunque, per lui diventa gravissima perché non è più in grado di svolgere la sua professione.
Per questo, gli viene riconosciuto un risarcimento del danno patrimoniale da riduzione della capacità lavorativa specifica.
La prima regola per risparmiare sull’assicurazione consiste nel richiedere sempre un preventivo a più compagnie assicurative: ora puoi farlo in 2 minuti cliccando qui.
Dalla teoria alla pratica, cosa succede se a perdere definitivamente l’uso di una mano, di un piede o di una gamba sia un disoccupato? Questi avrà diritto al risarcimento del danno patrimoniale da riduzione della capacità lavorativa specifica oppure no?
La questione non è semplice e, infatti, è arrivata fino in Cassazione (sentenza n. 14517 del 10 luglio 2015) la vicenda che aveva visto un maestro di sci rimanere vittima di un incidente stradale.
A seguito dell’incidente, il maestro di sci richiedeva la liquidazione anche per la riduzione della capacità lavorativa specifica; tuttavia, il maestro non aveva fornito una documentazione ritenuta idonea dalla Corte per dimostrare di possedere la qualifica professionale o di aver svolto in passato la mansione: fra i documenti presentati, infatti, c’era un tesserino dell’associazione dei maestri di sci con il suo nome scritto a penna, e una lettera di una scuola di sci che attestava vagamente una possibile assunzione in futuro.
Da tutte queste premesse, la linea seguita sulla Suprema Corte è stata quella di non poter quantificare in che modo i gradi di invalidità derivanti da una lesione permanente si riflettano sulla capacità lavorativa di un disoccupato e, quindi, sulla sua riduzione e sul pregiudizio economiche che ne derivi.