L’assicurazione obbligatoria casa: chi coinvolge e quanto costerà?

Gli ultimi eventi naturali che hanno colpito la nostra penisola, dai terremoti in Emilia ed in Abruzzo alle più recenti alluvioni e inondazioni, hanno messo in evidenza che le case, ed in generale le costruzioni in Italia, sono vecchie e scarsamente resistenti.

Secondo le stime di esperti e del governo, in futuro  la situazione non migliorerà, anzi peggiorerà progressivamente, e perciò, per prevenire il grande esborso a cui dovrebbe andare incontro il governo per i risarcimenti nel caso di danni dovuti ad eventi naturali, tutti coloro che vivono e lavorano nelle zone considerate a rischio saranno obbligati a  stipulare assicurazioni sulla casa che coprano questi particolari eventi.

Secondo i primi dati si tratterebbe di circa 6 milioni di persone interessate che vivono nelle zone considerate a rischio, mentre per coloro che non direttamente coinvolti, verrà lasciata la facoltà di decidere se stipulare o meno questo genere di polizze.

La differenza principale tra le polizze obbligatorie e quelle facoltative starà principalmente nel prezzo, che nel caso di polizze obbligatorie sarà mediamente più basso rispetto alle polizze private, cosa molto particolare trattandosi delle zone giudicate maggiormente a rischio.

Il costo ridotto delle polizze è spiegato dall’impossibilità di scelta delle caratteristiche standard, e, nel caso in cui si volesse una copertura più “personalizzata” ci si troverebbe nella condizione di aggiungere anche una polizza di tipo privato e quindi con un costo totale maggiore.

Nel caso delle polizze facoltative ci sarà più libertà di scelta, ma di contro, il costo del premio dovrebbe essere pari ad almeno il doppio rispetto a quelle obbligatorie per lo stesso tipo di copertura.

Per dare un’idea dei costi, si parla di un centinaio di euro a famiglia all’anno nel caso di stipula di  assicurazioni obbligatorie, anche se fino a quando il provvedimento non diventerà legge, gli esperti del settore non azzardano stime più precise.

Il governo contribuirà invece nel rivedere la regolamentazione dei permessi per le costruzioni in queste regioni, collaborando alla ristrutturazione delle strutture più a rischio nelle zone in maggior stato di pericolo ambientale.

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